Sartorie a La Spezia


12/07/11 NAZIONE - A scuola di sartoria dal maestro Mario

La Nazione – (on – line) – 12/07/11 - pag. 10

Allievi da Liguria e Toscana nella bottega di moda che resiste alle "griffe" e alla crisi

NON è un semplice negozio, né un laboratorio: la bottega di moda di Mario Plazzotta è uno spaccato di arte e storia, dove si lavora e si insegna fra pezzi da museo e di artigianato da collezione.

Classe 1956, Plazzotta ha trasferito dalla natia Carnia a Sarzana la sua arte di sarto "vecchio stampo", mettendosi a disposizione di quanti vogliono imparare questo mestiere dove l’uso del computer sta prendendo campo senza però potersi "disfare" del tutto della mano dell’uomo.

A proposito: Plazzotta per fare questo lavoro ha superato l’handicap alla mano sinistra con cui convive dalla nascita.

«A chi mi chiede come faccio — spiega — rispondo di aver tirato fuori da me tutte le doti possibili, senza mai piangermi addosso.»

E per imparare alla sua scuola gli alunni arrivano da ogni parte, dalla Toscana, dalla Liguria e anche... dall’estero. Già perchè ultimamente sono diverse le ragazze straniere che si sono avvicinate a un mestiere tanto affascinante quanto faticoso.

«Mio padre e mio nonno — spiega — erano artigiani. Vede quegli zoccoli friulani? Li hanno fatti loro, con le loro mani. Erano le nostre scarpe della domenica».

Da Ravascletto di Udine, Plazzotta è arrivato a Sarzana per caso.

«Mia sorella ha sposato uno spezzino militare da noi» e così lui di lì a poco ha sposato una sarzanese, Manuela Luciani, nipote del sindaco nell’immediato dopoguerra. Dopo la chiusura della fabbrica di occhiali di Follo dove era stato assunto, Plazzotta ha tirato fuori la sua passione per la sartoria trasmessa dalla famiglia e rimasta "sopita".

«Vivevo facendo lavoretti qua a e là, riparavo tende, cucivo, ho fatto anche il tappezziere e l’imbianchino. Poi la nonna di mia moglie mi ha regalato 500mila lire per fare un corso da sarto».

E da lì è nato lo "Studio Moda Fashion" di via Paganino, dove lavora anche la figlia Chiara.

«Mi chiamavano — dice Mario — a insegnare nelle scuole, anche a Montecatini. Avevamo tantissimi alunni ai corsi» poi piano piano è arrivata la crisi e di giovani se ne sono visti sempre meno. Ora la scuola è frequentata da africane, europee dell’Est, francesi. "Abbiamo avuto anche una ragazza nigeriana sordomuta". A tutti Mario e Manuela insegnano l’arte della sartoria con sette mesi di lezioni, durante le quali trasmettono tutti i segreti di un mestiere antico e affascinante.

«I corsi sono su tre livelli, con esame finale alla nostra scuola-madre di Cascina. Qui i ragazzi possono fare non solo corsi di taglio e cucito ma anche corsi di stilista e figurinista». Fra le materie insegnate ci sono anche l’anatomia artistica, la psicologia di vendita e la psicologia del’abbigliamento.

«Non sono scherzi ma temi importanti per il nostro mestiere: insegniamo a conoscere i materiali, i muscoli del corpo umano, come e perchè la gente ama vestirsi».

Scuola ma non solo «purtroppo — aggiunge Plazzotta — perchè in tempi di crisi insegnare non basta più: continuiamo la nostra attività di sarti, con lo stesso entusiasmo del primo giorno».

E sabato il premio della creatività con la sfilata arrivata alla seconda edizione.

«L’obiettivo — dice Mario Plazzotta — è quello di far vedere che Sarzana è una città viva malgrado la crisi. Sfileranno abiti originali, non prodotti da marchi di moda.» Una serata presentata da Claudio Sottili e intermezzi di danza classica con le allieve del Centro studio Danza. "Non è una sfilata commerciale — sottolinea Sonia Paolo di Al.So. Eventi — ma un’idea per valorizzare le eccellenze locali". 

 

Claudio Masseglia